23.2.13

Ristorante con orto: ERBA BRUSCA

Erba Brusca (Milano)
Non ci stanchiamo di ricercare luoghi dove si mangia bene, si beve meglio, e soprattutto si pasteggia davanti all'orto stesso da cui provengono gli ingredienti della nostra pietanza.
Dopo De Kas, Villa Augustus e la Cascina degli ulivi rimaniamo in Italia, a Milano, una città che è sì capitale della moda e del design, ma non si distingue ancora come città verde e a misura d'uomo.
In realtà, a ben cercare, ci sono bellissime eccezioni anche nella città della Madonnina, come l'oramai famosissimo Erba Brusca, sul bordo del naviglio Pavese.
Erba Brusca, ovvero Rumex Acetosa, una piantina perenne di colore rossastro che cresce sul bordo dei torrenti, è diventata l'ingrediente leit motiv di tutti i piatti della cuoca, la giovanissima Alice Delcourt.

Alice Delcourt, papà francese e mamma inglese, è una giovane laureata ed in carriera prima di lasciare lo studio legale in America dove lavorava per trasferirsi in Italia e trasformare la sua passione in lavoro: la cucina. 
Inizia a scrivere un curriculum d'eccezione, lavorando come cuoca al Park Hyatt di Porto Cervo, poi al Liberty di Andrea Provenzani, poi da Alice ed infine si divide in qualità di socia tra il Ratanà ed Erba Brusca.
In Erba Brusca realizza il sogno di creare un vero ristorante con orto: se il fronte principale sono solo due vetrine in un palazzotto di ringhiera sul naviglio milanese, sul retro si apre un meraviglioso giardino con orto, un locus amoenus dove mangiare sotto la veranda, inebriati dal profumo di fiori e ortaggi.

Alice Delcourt cucina i suoi piatti solo con prodotti freschi e stagionali, utilizzando il meno possibile il frigo. Come per De Kas è molto difficile che l'orto da solo sia sufficiente a soddisfare la fornitura necessaria per l'intero ristorante, dunque una parte del cibo viene fornito da coltivatori ed allevatori locali di fiducia. In questo modo, spiega Alice, l'impatto sull'ambiente è molto più piccolo, poichè
"sono una macchina in meno".
La sua bravura nel cucinare e selezionare i prodotti le viene riconosciuta anche a livello ufficiale: nel 2011 e 2012, per due anni consecutivi, riceve il riconoscimento della giuria del concorso sicilianissimo Cous Cous Fest di San Vito lo Capo; come per tutti i suoi piatti la ricerca dei sapori è accompagnata da una presentazione di tutto rispetto: nell' edizione 2012 del concorso il suo cous cous di agnello brasato con cipolle al miele, mandorle ed uvetta è stato presentato su un piatto di porcellana decorata alla siciliana adornato di fiori rossi; allo stesso modo nel 2011, ha detto la giuria del suo cous cous allo sgombro:
«Sono piaciute nella presentazione del cous cous francese le note colorate e gentili di tanti fiori e petali disposti con garbo sul vassoio e poi nei singoli piatti, un modo per far capire che la preparazione voleva catturare l'attenzione fin dal primo sguardo, ponendosi in modo originale rispetto alla tradizione» 
Tratto dal sito web identità golose
La stessa cura studiata nei piatti è data all'arredo ed alla progettazione dello spazio ristorante e dello spazio verde, rispettivamente 180 mq di interni + 110 mq di orto e giardino. Gli interni sono stati curati dallo studio rgastudio, tutto giocato sui colori rosso dei dettagli e delle rifiniture ed i colori scuri delle pareti. Il concept ruota attorno un ambiente informale ma ricercato, accostando i tavoli e le sedie in legno verniciato con, ad esempio, la bella parete vineria in legno di faggio progettata come tante cassette della frutta.
Il giardino è una vera zona relax, da godersi con gli amici ed i bambini: l'ambientazione è coerente nella semplicità e nei colori agli interni: non legno ma ferro per le sedie ed i tavolini, più comodo e leggero; belle le chaise longue come sedie estruse, per il riposo dopo pranzo.
Tuttavia il modo migliore di conoscere un posto è visitarlo o, in alternativa, ascoltare le parole dei primi protagonisti. Vi invitiamo dunque ad ascoltare questa bella intervista di Alice Delcourt:
 (Marta)

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