pronta per assaggiare tutti i vini che il mio corpo avrebbe
tollerato (con discreto margine…)
Non voglio parlare di 120 cantine o di dettagli che non ho
sentito con le mie orecchie e/o papille gustative, vi parlerò solo ed
esclusivamente di quello che ho sentito io e, più nel particolare, di quello che
mi è piaciuto a questa 6° edizione de La Terra Trema .
Nota bene: se siete degli esperti di vino e pensate che io
sia altrettanto, o se pensate che questa sia una recensione, allora avete
sbagliato blog!)
Per inciso, che fortuna avere un produttore di vini così, a
pochi km di distanza.
Vanni coltiva 4
Ha e vinifica solo uve autoctone. Per me i suoi vini più
buoni sono “Le Marcone”, “Bora Lunga” e “Particella 128” . Il primo è un rosso,
quasi tutto Malvo Gentile, gli ultimi due sono bianchi con Spergola, un’uva bionda
reggiana squisita (la
Particella è spergola in purezza). La cosa che dovete sapere
è che Vanni conduce la sua terra con metodo biodinamico. Non aggiunge lieviti,
fa lavorare il vino da solo... Il famoso vino che sa di vino (guardate che non è
banale).
(tratto da Officina Enoica)
Poi ho sentito il Chiaretto doc della cantina Basia (Lombardia) denominato da loro “La Moglie Ubriaca ” (e soprannominato
da me “The Good Wife”): un vino che finisce prima del previsto. Normalmente non
amo i rosati, ma questo ha un forte carattere minerale.
Mi piace tanto il minerale…
Non avevo ancora pranzato che assaggiavo quello che potrei
definire la mia anima gemella fatta a Verdicchio: “Il Pigro” della cantina La Marca di San Michele
(Marche).
Lavorano solo con Verdicchio in purezza (!). E lo sanno
fare.
Io ho sentito “Il Capovolto” che matura in acciaio e “Il Pigro della Marca” che matura in botte. Venerdì ne apro una bottiglia, è
deciso.
Dopo pranzo la lucidità ha iniziato a perdere quota, quindi mi
limiterò a citare i ragazzi, biodinamici fino all’osso, de L’Acino. Mannaggia
il loro bianco. Tutti te ne parlano bene e finisce poco prima del mio arrivo. Ma
mi sono divertita con il Chora rosso.
Calabria in forma liquida.
In attesa di arrivare a leggerlo tutto, voglio riportarvi un
passo a mio avviso commovente dell’introduzione: “E camminarci in primavera è una
meraviglia. Immagini le radici, nel buio della terra, cercare acqua e humus e
minerale. Vedi i tralci che iniziano a spingere verso l’alto, verso la luce,
arrampicandosi in direzione del cielo. E in mezzo le foglie che respirano.
Creando energia. Mutando acqua e anidride carbonica e luce in sostanza
nutritive. Qualcosa di straordinario che l’uomo, ancora, non è riuscito ad
avvicinare.”
Di minor soddisfazione rispetto ad una buona bottiglia, ma di
certo necessario per movimentare il sostegno da parte dei consumatori, è
l’informazione sul web. Il vino naturale e le cantine che lo producono sono ben
sviscerati in quello che è il sito di un’associazione milanese di nome Officina Enoica.
Molto belli gli interventi e gli articoli di informazione
sui maggiori avvenimenti del settore. Ad esempio vedo ora nero su bianco quello
che Stefano Bellotti mi ha raccontato di persona l’altro giorno alla Cascina degli Ulivi. Sono andata a comprare del vino da lui (brava come me a fare la
spendacciona al verde non c’è nessuno) e mi ha raccontato dei cavilli legali
assurdi a cui si aggrappa chi vuole danneggiare il lavoro suo e di altri "boicottatori di escamotage chimici della viti-vinicoltura convenzionale" (dove ci
sono tipo 44 additivi alimentari ammessi). Esiste una specie di bastone gigante
(rappresentato dalle autorità) che si infila continuamente tra le ruote (per essere fine) di chi
auspica a produrre cose di qualità non solo per se stesso. Cercano i cavilli. Perché
è l’unica arma possibile.
Nelle vigne, Cascina degli Ulivi, Novi Ligure (AL) - foto di Luca Verzelloni |
A qualcuno non fa comodo che la gente si accorga della
differenza che c’è tra un vino buono e quel liquido che compri in giro
denominato allo stesso modo. Ma lascio spazio per affrontare un tale dibattito
a chi ne può parlare meglio di me. Anzi, se tu che stai leggendo non sai magari
niente di vino ma hai qualcosa da dire, fallo. Grazie.
Fine.
Esseri umani da ringraziare: la Manu per la bici, il Gèntil
per l’assistenza tecnica, il babbo per le buone intenzioni, Vanni per il
passaggio, Stefano per il “jet privato” e Luca per il beneplacito.
(Laura)
Bellissimo post, e poi parli di tutti i miei vignaioli del cuore (non conosco solo La Marca di San Michele ma provvederò)
RispondiEliminaSei di "categoria massima" perchè ti sei accorta di Vanni-Cinque Campi che è un piccolopiccolo vignaiolo (fa anche altri lavori per sopravvivere) ma fa grandi vini naturali ed è una bella persona.
Devo ringraziare gli amici di OfficinaEnoica che ti hanno linkato su Twitter dove io vivo :)
quest'anno ho dovuto saltare LTT e mi spiace tantissimo ma se l'occasione è servita x trovarvi online ne sono felice, che belle cose! leggete anche il mio blog fatto di tanti viaggi vicini e lontani e a presto! roberta aka gamberettarossa
RispondiEliminaVittorio, grazie mille dei complimenti! Fa piacere sentire che ci sono tanti altri amanti di vini naturali. Noi ormai stiamo facendo una testa così a tutti quelli che conosciamo. Diffondiamo la voglia di sentire la differenza, che ce n'è tanta! Ciao, Laura
RispondiEliminaCiao Roberta, molto interessante il tuo blog reportage con grande approfondimento gastronomico, grazie della segnalazione e buoni viaggi! Ciao, Laura
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